L’orrido e lo stravagante: Bora Chung in ‘Cursed Bunny’


Fig. 1: Copertina di Cursed Bunny (2021)

Introduzione

Volgiamo il nostro sguardo alla letteratura per capire noi stessi e gli altri. Attraverso i confini dello spazio, del tempo e della cultura, personaggi fantastici rivelano la cruda realtà delle loro vite, trasformandola in uno specchio per le nostre.
In Cursed Bunny (2021), una raccolta di racconti di weird fiction e speculative fiction dell’autrice coreana Bora Chung e tradotta in inglese da Anton Hur, figure atipiche sono le protagoniste di storie insolite, grottesche ed a tratti sanguinolente.
Il mondo che conosciamo, o che almeno crediamo di conoscere, si popola di creature bizzarre, animali parlanti dal sangue dorato, teste impiccione fatte di carta igienica, capelli, sangue ed escrementi, donne vergini incinte, padri grotteschi e crudeli, lampade maledette a forma di coniglietto. Questa realtà appare insolita, singolare ed estremamente spaventosa.

La speculative fiction comprende diversi regni immaginativi animati da numerosi elementi fantascientifici, fantasy, horror, alternativi, utopici, distopici e soprannaturali.
L’immaginazione e la fantasia alimentano la paura, lo sgomento e lo stupore dei lettori e delle lettrici. Tuttavia questi terrori, seppur assurdi, esacerbati ed inquietanti, altro non sono che il riflesso delle angosce della realtà in cui l’essere umano vive la sua apparentemente tranquilla quotidianità. Attraverso questi magici espedienti narrativi, Bora Chung ci mette in guardia sulla potenza distruttiva e crudele della nostra realtà, la quale non è popolata da creature mostruosamente bizzarre, ma da esseri umani posseduti da una forza oscura ben peggiore: l’egoismo.

Bora Chung è una scrittrice emergente, nonché traduttrice, docente universitaria ed attivista politica.
Il lessico dell’orrido e la stravaganza sono caratteristiche salienti dello stile di scrittura dell’autrice, nonché strumenti di denuncia sociale. Bora Chung ha conseguito un Master in Russian and East European studies ed un dottorato in Slavic literature presso l’Università dell’Indiana. In Russia e in Polonia, opere che potrebbero essere identificate come una combinazione tra il fantastico, l'horror e la fantascienza sono emerse già nel 1700.

Le opere letterarie che mi hanno colpito di più sono quelle scritte da autori russi e polacchi, compresa quella dello scrittore sovietico Andrei Platonov (1899-1951)
— Bora Chung, The Korea Times, 2021

In questa raccolta, Bora Chung presenta dieci storie che oscillano tra oscurità ed umorismo. Questi racconti allegorici di Hell Joseon 헬조선 [1] affrontano tematiche quali il capitalismo, la vendetta, l’egoismo, le relazioni genitori-figli, la misoginia, il patriarcato, lo sfruttamento del corpo e la pressione sulle madri single all’interno della società coreana contemporanea.

Fig. 2: Bora Chung, autrice di Cursed Bunny

The Embodiment: la percezione della maternità nella società sud-coreana

In racconti come The Head and The Embodiment, Chung prende in considerazione le aspettative riposte sulle donne - trovare un marito, avere figli, gestire una famiglia - e le osserva attraverso una lente inquietante.
In The Embodiment, Bora Chung affila i coltelli e sferra un’ acuta e terrificante critica alle strutture di potere patriarcali. In questo racconto l’autrice utilizza l’orrore corporeo per illustrare come il riconoscimento sociale per la donna sia possibile esclusivamente indossando gli abiti di moglie e madre (non single).
In The Embodiment, la promettente studentessa universitaria Kim Young-lan si reca dal ginecologo per problemi legati al suo flusso mestruale. Il dottore le prescrive una pillola anticoncezionale per aiutare la regolamentazione del ciclo. Qualche mese più tardi, la protagonista scopre di essere incinta, sebbene vergine. Tuttavia, invece di ricevere comprensione e spiegazioni da parte del dottore, Kim Young-lan viene rimproverata e considerata l’unica colpevole dell’evento. Da quel momento, la situazione della studentessa precipita: è costretta ad abbandonare gli studi ed a sorbirsi commenti e suggerimenti non richiesti su come trovare al più presto un marito. L’equipe medica la informa infatti della necessità di trovare in tempi brevi un padre per garantire il corretto sviluppo del feto.

You seem to be complacent because you can’t actually see the baby right now, but keep this up and you’ll really see what you’re doing to the baby. If you want a normal child, you’ll do whatever it takes to find a father.
— The Embodiment, p. 32 (Chung, 2021)

Impaurita e disperata, la famiglia di Young-lan mette un annuncio sul giornale per trovare potenziali mariti, attirando però l'interesse di ricattatori, stalker e uomini in cerca di eredi maschi. Kim Young-lan, così come il suo corpo, diventano quindi di dominio pubblico. La volontà della protagonista e le sue aspirazioni di vita passano in secondo piano in favore dell’ossessiva ricerca di un padre per il bambino. Sguardi indagatori ed impietosi accompagnano i mesi di gravidanza, fino all’arrivo del giorno del parto. Il finale? Ovviamente colmo di fluidi corporei, sangue e colpi di scena!

Ma quali aspetti della società sud-coreana svela The Embodiment? Da dove nasce la figura della madre che in qualche modo finisce sempre per sacrificare se stessa?

L’ ideale della madre devota rimane quello che è: un ideale. Non permette l’emergere di un’individualità che possa formarsi al di fuori delle barriere della maternità. La femminilità così com’è concepita nella società coreana, e non solo, opprime l’ individualità della donna. La maternità così disegnata è specchio di un ruolo che porta la donna a rispondere a caratteristiche predefinite e generalizzate, ostacolando il suo emergere come singolo individuo e implica la preclusione di altre forme di identità e rappresentazioni femminili praticabili.
Inoltre, quali effetti ha l'idealizzazione della madre sulla percezione che le donne hanno di loro stesse?
La filosofa e accademica femminista belga Luce Irigaray sostiene che la maternità - pur non essendo necessariamente oppressiva come esperienza femminile di per sé - può trasformarsi in uno strumento di controllo all'interno dell'ordine simbolico patriarcale.

Nella cultura sudcoreana, l’idea di una madre forte e autorevole, piuttosto che oppressa, si fonda sugli ideali tradizionali di pietà filiale (hyo) [2]. In passato questo era un modo per guadagnare riconoscimento sociale, poiché nei casi più favorevoli una donna poteva raggiungere una posizione di capofamiglia ( yŏkajang [3]) , anche se il potere simbolicamente apparteneva ancora al maschio più anziano.
Fin dal periodo Chosŏn, l’immagine della madre che sacrifica e dedica la sua intera esistenza alla buona educazione dei figli viene valorizzata. Il successo del figlio è nelle sue mani, la madre ne è l’artefice. Il proverbio "anche se le donne sono deboli, le madri sono forti" ( yŏ ja nǔn yakhaedŏ omŏ ni nǔn kanghada [4]) riflette questa immutabile fede nella madre che si sacrifica per la sua famiglia e per la Nazione (Elfving-Hwang, 2010).

Bora Chung critica senza paura, e non senza poche scene sanguinolente ed allo stesso tempo tragicomiche, le aspettative del patriarcato sulla donna, il suo corpo e sul l’esperienza stessa della maternità.

La sete di potere: Snare, Cursed Bunny e altri racconti

Cursed Bunny, raccolta di science fiction contemporanea multi-genere, sorprende per il suo carattere polimorfo e fantasmagorico. Metafore del potere si intrecciano dando vita ad antagonisti irriducibili e crudeli. Gli uomini potenti - sia quelli che ci nascono, sia quelli che lo diventano - non si fermano davanti a nulla per mantenere questo potere.
In particolare, la fiaba contorta ed inquietante Snare, illustra forme perverse di abuso di potere. Fino a che punto è disposto a spingersi l’essere umano per ottenere ricchezza?
In questo macabro racconto, un uomo incontra una volpe rimasta intrappolata . Dall’animale ferito esce del sangue dorato e l’uomo decide quindi di portarla a casa con sé per mantenere la ferita aperta e fare fortuna. L’ uomo, fisicamente più grande, forte e con un corpo in salute, approfitta della ferita della volpe protraendo così il suo dolore per arricchirsi. Con lo svilupparsi della trama, si avrà prova che la smania di potere del protagonista non ha limiti. L’ avidità dell’uomo arriverà a calpestare la libertà di altri membri della sua famiglia, in particolare della moglie e della figlia, costretta a vivere in reclusione.

In Scars è presente l’antico tropo del sacrificio umano in favore di una comunità, così come la schiavitù e l'abuso di un bambino innocente per profitto. Cursed Bunny, da cui trae il titolo la raccolta, narra invece la vendetta di un vecchio nei confronti di un CEO aziendale, il quale ha distrutto una famiglia in difficoltà.
Questa raccolta è un eccellente riflessione e rappresentazione su come il potere indossi diversi abiti e si nutra di relazioni abusive gerarchiche. Chi sta al di sotto dei potenti è schiacciato dalla paura e dalla subordinazione. Il terrore della povertà, del dolore e della morte è ciò che tiene incatenati molti dei protagonisti e protagoniste vittime di abusi ed ingiustizie.
Questa lotta per il potere ha un andamento ciclico e generazionale, un loop infinito in cui il prevalere sull’ Altro è espressione di una cieca avidità e di un egoismo incommensurabile.

Conclusione

Come già detto in precedenza, Cursed Bunny è un grido di protesta in cui elementi fantastici danno vita a metafore riguardanti la società coreana contemporanea. Il capitalismo, in cui lo sfruttamento del lavoratore è all’ordine del giorno, le ingiustizie subite dalle classi sociali più disagiate e dai lavoratori precari, gli ideali tradizionali che ancora minano l’autorità della donna sul proprio corpo e sulla propria vita, così come l’egoismo, ostacolano l’emergere di una realtà più equa e giusta.
Negli ultimi decenni, in gran parte del mondo si sono diffuse campagne ed indagini volte al raggiungimento dell’uguaglianza, soprattutto per quanto riguarda la popolazione femminile all’interno del mondo del lavoro e della ripartizione del lavoro domestico.
Nell’ indagine Women in Korea di Jae-Seon Joo, Dong-Sun Lee, Chi-Seon Song e Jin-Young Han (2019) è stato rilevato che il 79% di donne ha individuato nell’accudimento dei figli uno dei principali ostacoli che impedisce loro di partecipare al mercato del lavoro, il 51.6% ha dichiarato essere un problema le faccende domestiche, mentre il 41% ha attribuito ai pregiudizi di genere la difficoltà nel trovare lavoro. Ciò dimostra che l'emancipazione della donna al di fuori della figura di moglie e madre è ancora fortemente influenzata dagli stereotipi di genere del patriarcato e dalle discriminazioni.

Sradicare ed eliminare certi stereotipi dannosi dalla collettività è un’impresa assai complessa. Tuttavia, strumenti come la scrittura e l’attivismo politico possono risvegliare le coscienze assopite dei lettori e delle lettrici. Bora Chung -con la sua raccolta anticonvenzionale- non solo dimostra di meritare di essere in lizza per il 2022 International Booker Prize shortlist (i vincitori verranno annunciati il 26 maggio), ma condanna le ingiustizie della società attraverso la fantasia, l’ assurdo e l'orrido, rivendicando l’utilizzo di un linguaggio crudo e senza filtri.

Possono storie spaventose, divertenti e fantastiche cambiare il mondo e portare giustizia a coloro che ne hanno più bisogno?

Note

[1] Hell Joseon, Hell Chosun o Hell Korea (coreano: 헬조선) è un termine satirico sudcoreano diventato popolare intorno al 2015. Il termine è usato per criticare la situazione socio-economica della Corea del Sud. Il termine ha guadagnato popolarità tra i coreani più giovani come risultato delle ansie, del malcontento per la disoccupazione e per le condizioni di lavoro nella moderna società sud-coreana.

[2] Paradossalmente, l'idea di hyŏnmo yangch'ŏ 현모양처 è stata introdotta dalle autorità giapponesi durante il periodo coloniale al fine di incoraggiare le donne a concentrarsi sui loro doveri domestici e materni invece di impegnarsi in movimenti di resistenza anti-giapponesi.
‘Wise Wife, Good Mother’* (Japanese: 良妻賢母, Hepburn: ryōsai kenbo, Chinese: 賢妻良母/賢母良妻; pinyin: xián qī liáng mù/xián mù liáng qī) è un’ espressione coniata nel 1875 da Nakamura Masanao. Questa visione tradizionale della figura della donna viene condivisa anche all’interno della società cinese durante i primi anni del 1900. In numerose occasioni, accademici cinesi come Lu Xun e Zhu Ziqing criticarono aspramente questa visione.

[3][4] Si riporta la trascrizione dal testo di Elfving-Hwang (2010).


Bibliografia

Chung, B. (2021). Cursed Bunny. Stockport: Honford Star.

Elfving-Hwang, J. (2010). Representations of Femininity in Contemporary South Korean Women's Literature, ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/unive1-ebooks/detail.action?docID=771970.

Jae-Seon Joo, Dong-Sun Lee, Chi-Seon Song & Jin-Young Han (2019). Women in Korea. Korean women's Development Institute. https://gsis.kwdi.re.kr/gsis/en/dataMng/PublicationList.html

Park Han-sol (2021). Chung Bora puts unrepentant villains, empty vengeance together in sci-fi fiction. The Korea Times. https://www.koreatimes.co.kr/www/culture/2021/01/142_302139.html

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