Metropoli d’Asia

Vista di un albero che radica le sue radici su di un palazzo nel centro di Hong Kong

Zhu Wen, scrittore e regista vissuto negli anni '80, nel vivo del potere della censura; Annie Zaidi, poetessa femminista; Ambarish Satwick, chirurgo vascolare; Ou Ning, dissidente anarchico, artista schivo e letterato anomalo; Troy Chin, artista umile e poliedrico. Loro e molti altri sono gli scrittori ed artisti conosciuti da Andrea Berrini, saggista e fondatore de Metropoli d'Asia, unica casa editrice italiana con una forte esperienza sul campo: lo scrittore italiano va a trovare gli autori, ci parla, mangia con loro, li osserva, per contemplare il loro mondo.

Il libro

Immense realtà urbane catapultate nel giro di una generazione dal sottosviluppo alla più estrema delle modernità. Modelli di futuro che ci interrogano da non troppo lontano, raccontati da un autore che li ha conosciuti a fondo. Per dieci anni Andrea Berrini ha percorso l'Asia orientale e meridionale come editore, a caccia di nuovi talenti da proporre e pubblicare in Italia. Ha vissuto tre anni a Pechino, si è fermato più volte, per mesi, a Bombay e Singapore, ha visitato decine di volte Hong Kong e Kuala Lumpur. L'autore ci spiega la fascinazione per quel mondo che cambia, vivendo gli spazi di una generazione urbana soggetta ad un rapidissimo mutamento. Le cinque metropoli sono raccontate attraverso gli incontri con scrittori, editor e artisti, osservatori acuti della trasformazione.

La casa editrice

Metropoli d’Asia venne fondata nel 2009 con l’obiettivo di scoprire, tradurre e divulgare ad un vasto pubblico narratori contemporanei asiatici che propongono temi e scritture innovativi. Metropoli d’Asia intende concentrarsi su autori residenti nei loro paesi natii, che ne vivono quindi in prima persona la realtà, e su romanzi ambientati in prevalenza nelle aree urbane; autori legati a un luogo, con il quale hanno una contiguità fisica, materiale, perché ne battono le strade e i quartieri e hanno relazioni dirette con gli abitanti.

L’Europa inizia oggi a confrontarsi con i nuovi giganti economici e politici (Cina e India su tutti, ma non solo), e di conseguenza con i nuovi scenari culturali, le nuove scuole, e i linguaggi della contemporaneità asiatica. Di qui la richiesta di uno sguardo ravvicinato sulle metropoli: città che tanto sono cambiate negli ultimi due decenni e ancora di più cambieranno.

La Casa Editrice intende(va) inoltre proporre possibili forme di cooperazione in loco, lavorando a stretto contatto con gli scrittori, le agenzie, le riviste e i circuiti letterari. Non vuole limitarsi a raccogliere le proposte dell’industria editoriale globale, ma intende essere attiva nel dibattito culturale, costruendo relazioni dirette con gli autori e le organizzazioni locali e partecipando con loro eventi ai festival letterari. Nel sito si trova anche un blog, il quale vorrebbe aprire il dialogo coi netizens.

Sfortunatamente la Casa Editrice, seppur ancora aperta, non offre nessuna nuova edizione, a causa di una pandemia che ha reso ostico il processo lavorativo editoriale.

Ho voluto quindi indagare sulla presunta cessata attività di questa grande Casa Editrice, e nel far ciò sono riuscito a raggiungere direttamente Andrea Berrini, col quale ho avuto un breve scambio di domande. E' importante rivalutare il lavoro di chi ancora sa cogliere i movimenti sottili che plasmano le correnti culturali. Vi lascio la nostra brevissima intervista, buona lettura!

Andrea Berrini

  • Dalla voglia di indagare quelle città attraverso le voci degli scrittori. Io stesso scrivo da trentacinque, un giorno un mestiere differente mi portò a Mumbai. Lì scoprii una città che in molti suoi pezzi stava rapidamente uscendo dal terzo mondo e per me la sorpresa furono le tante librerie di narrativa indiana contemporanea in lingua inglese. Cominciai a pensare a una antologia, e finii con il progetto di una casa editrice.

  • MdA comincia come una partnership tra me e il gruppo Giunti editore. L’accordo era che io, percorrendo già l’Asia grazie a un altro mestiere, scovassi i romanzi da pubblicare. Giunti avrebbe dovuto occuparsi di tutto. In realtà Giunti non era attrezzata per accogliere una piccola casa editrice, nonostante la professionalità di tanti tra i suoi operatori, e dopo due anni MdA era solo mia. Fui fortunato: dopo un periodo di assestamento trovai chi era in grado di tenere nelle sue mani la gestione editoriale in Italia, e inizio’ forse il periodo più proficuo.

  • Il mondo è cambiato, in quei dieci anni. Non solo i grandi autori ma tutta la narrativa contemporanea asiatica che prima andava scovata con una attenta ricerca sul posto, era ormai in contatto con l’editoria internazionale. Ogni giovane nuovo talento aveva da subito un agente in Occidente. E gli autori che io avevo scoperto e lanciato migravano come è giusto verso editori più importanti. Era finita un’epoca. Ma per me è stata un’epoca grande.

  • Non sono stato propriamente folgorato sulla strada di Bombay. Sapevo che le città dell'Asia si stavano trasformando. Di sicuro quell'occasione di andare a lavorare sul microcredito a Bombay ha dato il via all'operazione di costruzione di una casa editrice. E certo ora viaggiare mi manca. Mi manca il contatto con città e ambienti letterari lontani di cui mi sono nutrito per anni. Dopo la pandemia non sono più andato verso est, e onestamente sento la nostalgia di alcune di queste città in particolare Bombay per il suo fascino, e Pechino e Singapore per la quantità di amici che mi sono fatto.

  • Allora, volendo spiegare il modo in cui facevo scouting: io cercavo di mettermi in contatto con il mondo letterario locale e incontravo autori, editori e giornalisti critici. Questi incontri mi servivano per identificare le possibili nuove voci interessanti nel panorama letterario locale; a questo punto io ovviamente dovevo mandare in lettura i testi perché non leggo nè l'indonesiano nè il cinese nè il Bing Holly nè il malese nè il coreano e via dicendo. Direi che nella maggior parte dei casi ci azzeccavo e le risposte che mi arrivavano dai lettori in Italia erano positive.

  • Sì per quel che mi concerne l'epoca d'oro di un certo tipo di scouting è terminata. Questo non vuol dire che non si possa fare altro in contatto con gli universi letterari di quei paesi. La casa editrice probabilmente resta come ora e quindi vende solo libri in catalogo senza farne di nuovi, ma vedremo cosa sarò capace cosa avrò ancora voglia di fare in seguito, anche se a dir la verità arrivato a settant'anni si comincia a fare più fatica.

Metropoli d’Asia è Andrea Berrini. E se mai riaprirà, lo farà perchè lui stesso andrà a fare scouting nei paesi dell’Est.

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